In breve: siete in tanti a chiedermi perché ho deciso di aprire un blog nel 2017. Ho provato a dare delle risposte, confrontandomi con una barretta di cioccolato parlante.
Come promesso rieccomi qui, seduto a pigiare i tasti del mac in pigiama mentre bevo un tè scadente del Pingo Doce. Nonostante la batosta emotiva subita negli ultimi giorni, dalla quale ancora non mi sono ripreso completamente, ho trovato la forza di rimettermi a scrivere. L’unico problema è che, mentre mi scervello per trovare le parole adatte a comunicare il mio struggente dolore interiore, sento questa fastidiosa vocina bisbigliare da dentro lo zaino. Io lo so che non può essere vero, che è solo frutto della mia immaginazione, un modo per metabolizzare il trauma, ma questa tenera barretta di cioccolato dagli occhi dolci continua a parlarmi e io mi sono convinto così tanto che fosse viva che ora non riesco più a distinguere la realtà dalla finzione.
Ogni volta che sento quel mormorio e vado ad aprire il mio zaino lui se ne sta là, mi guarda, incuriosito dalla mia presenza. La prima volta non volevo crederci, ancora lui? Mi sono stropicciato gli occhi un paio di volte ma niente, lui era ancora là, coi suoi occhiettini piccoli piccoli, e mi parlava. Sì, esatto: mi parlava, a voce bassa, sussurrando.
A volte capita di sentirlo mentre sono in pubblico, mi guardo in giro sperando di non essere l’unico ad accorgersene, ma le persone mi sfrecciano accanto come se niente fosse mentre lui continua a fissarmi, ansioso di ricevere una risposta.
Oggi ho preso coraggio e mi sono avvicinato un po’, abbastanza da capire meglio cosa stesse dicendo, e lui ha ricominciato a bisbigliare.
Mi ha detto che voleva solo condividere la sua opinione. Povero, io ci ho provato a spiegargli che è una roba che non si fa più ormai, che ci sono già gli influensérs che pigliano i soldi dai brends proprio per pensare al posto tuo. Poi oggigiorno se sbagli a parlare devi stare attento al linciaggio pubblico sui social, che lui è anche marrone e rosso, due colori non particolarmente popolari sull’internet di questi giorni.
Il piccolo cioccolato ci è rimasto un po’ male e mi ha chiesto se tutte le persone del mondo fossero così. Io mi sono messo a ridere e gli ho spiegato che ovviamente no, esiste la “maggioranza silenziosa”. Però, come dice il nome, è silenziosa. Per spiegargli meglio il concetto gli ho fatto l’esempio di quando non vuoi rovinare quella serata tra amici, fa niente che Piero sta dicendo una stronzata, lascia passare, si sistemerà tutto. Questo è quello che fa la maggioranza silenziosa.
Poi però non si sistema niente, Piero vota e il suo voto vale quanto quello di qualsiasi altra persona. Nel frattempo, proprio perché Piero non è silenzioso, inculca le sue idee a quattro amici, loro fanno lo stesso, e così via, e la maggioranza diventa minoranza. Semplice no?
Spaventato dalla complicatezza della società moderna, mi ha confessato che avrebbe aspettato a condividere la sua opinione con il mondo. Sospiro di sollievo: parliamoci chiaro, sarebbe stata dura spiegare al mondo questa storia bizzarra. Già mi immaginavo grandi cose, petizioni, lettera al presidente, manifestazioni in piazza, tutto per difendere la sua opinione. Ma no, lascia stare va, che poi mi perdo via e arrivo in ritardo a crossfit (licenza poetica, in realtà non faccio nessun tipo di attività fisica).
La mia palestra ideale, con tanto di personal trainer. Foto: @marchuri
Finita la spiegazione, mi sono rimesso a scrivere questo post. Incuriosito dal mio picchiettare sulla tastiera il Cioccolatino mi ha poi chiesto cosa stessi facendo.
Scrivo un blog – gli ho risposto.
Un blog?
Sì, esatto. Un blog. Lo so, ci arrivo con tipo una decina d’anni in ritardo, poi guarda com’è finito il blog di Renzi, sparito nel nulla dopo neanche un anno. Però c’è Medium per esempio, con 60 milioni di lettori attivi ogni mese.
Cos’è Medium? – ha continuato a chiedermi lui
Come cos’è Medium? Ma dove vivi? Medium è una piattaforma dove i vari founder di startup inutili scrivono articoli spazzatura nella speranza di diventare virali, creando una grossa accozzaglia di articoli copia-incolla dal titolo ammiccante e truffaldino.
Accozzaglia?
Non è quello il punto! Io scrivo nella speranza che ci sia almeno un gruppo di persone là fuori interessato in quel che ho da dire, quattro gatti in mezzo a milioni che leggono ancora ogni giorno. Gli ho spiegato che ci sono delle persone strane che non sopportano i contenuti video propinati dai vari giornali online, che preferiscono leggere, avidamente. Questi individui leggono libri, leggono testate online tipo, che ne so, il Post o Vice. Magari sono iscritti a qualche newsletter, leggono le riviste letterarie, e a volte anche il Topolino di quindici anni fa mentre sono al cesso. Se riesco a rubargli due minuti in più per fargli leggere le mie storie, per me ho già vinto!
@vivalaveronica è riuscita ad immortalare tutti i lettori del mio blog
Quella mia arringa l’aveva in qualche modo convinto, sembrava molto più eccitato, quasi elettrizzato dalla prospettiva.
Curioso di saperne di più mi ha chiesto di cosa pensava avrei parlato nel blog.
Gli ho raccontato che questo non sarà né un blog serioso di idee radical chic intellettuali sinistroidi né una raccolta di top 10 ignoranti dal titolo sfacciatamente clickbait. Ho provato anche a spiegargli che vorrei evitare di etichettare il mio lavoro chiudendolo in una qualche categoria sterile. Gli ho detto che qui ci finiranno riflessioni personali, interviste, trash dell’internet (di cui pare essere un vorace consumatore). Insomma cercherò di stare sul pezzo e di parlare di cose attuali. Visto che avevamo parlato di opinioni, gli ho anche mostrato come vorrei lasciare i commenti aperti, salvo invasione di troll, perché della mia opinione me ne frega poco niente, sono più interessato a generare un dibattito, opinioni contrastanti, commenti pungenti che fanno anche ridere e si beccano un sacco di upvote, una roba così.
Insomma gli ho spiegato che volevo un posto dove raccogliere le mie idee, tipo un prolungamento del mio cervello, dove non ci fosse un algoritmo a decidere per me cosa fosse più rilevante. Il dominio lo stavo già pagando per metterci un portfolio inutile, mi sono detto: perché no? Perché non trasformarlo in un blog?
Entusiasmato dalla mia idea, ma un po’ confuso dalla mia terminologia, mi ha chiesto cosa fossero le etichette. Gli ho spiegato che in quest’era così satura di contenuti inutili è diventato necessario etichettare un po’ tutto per evitare di perdere tempo. Questa potrebbe suonare come una buona idea, il problema è che come esseri umani siamo molto complessi e le etichette finiscono spesso per risultare fredde e limitanti.
Lui ha fatto sì sì con la testa ma si è fatto promettere che comunque pian piano darò una forma più definita a questo blog, che farò esperimenti e ricerche, soprattutto su me stesso.
Non potevo far altro che accettare. Come puoi dire di no a quegli occhietti teneri?

Guardalo che tenero, G-U-A-R-D-A-L-O
A quel punto ci siamo salutati e il cioccolato si è rinchiuso nel suo involucro.
Se ti è piaciuto almeno un pochino il quello che ho scritto, dovresti tornare a farci una visita di tanto in tanto. Se ti è piaciuto qualcosina in più di un pochino, fammelo sapere, nei commenti, via mail, sui social, dove vuoi. Tendo a demoralizzarmi in fretta, soprattutto adesso che non riesco più a guardare il cioccolato con gli stessi occhi. Anche un commento tipo “sempre meglio del catalogo dell’Esselunga” sarebbe una grande iniezione di fiducia per me.
Intanto grazie per essere arrivato fino in fondo.
A presto,
Christian (e il cioccolato?)
Foto copertina di @emilymorter
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Nonostante scrivere questo blog sia una passione che mi tiene sveglio anche di notte, la caffeina aiuta sempre. Se ti piace quello che scrivo e vuoi aiutarmi a comprare il Lavazza in offerta all’Esselunga, qui sotto trovi un tastino rosso, usalo per regalarmi un caffè! ☕️


Ciao Chistian,
non ci conosciamo ma ti seguo dai tempi di Pilpo, e devo dire che continuo a trovare piacevole come scrivi.
Continua così
Ciao utente dal nickname altisonante,
Grazie per il tuo commento rincuorante, continua pure a seguirmi ma non troppo da vicino se no diventa stalking.
Se ritrovo qualcosa di Pilpo lo pubblico, promesso.